Dopo la sorprendente vittoria al primo turno con il 18,7 per cento dei voti, con pochi punti di vantaggio sul rivale, il populista magnate della televisione Nabil Karoui, Kais Saied è accreditato dai sondaggi di SIgma Conseil vincitore del ballottaggio tenutosi oggi, con il 76,9% delle preferenze.
Il tasso di affluenza alle urne si è rivelato sorprendentemente alto: superiore al 60%; oltre 4 milioni di persone si sono recate alle urne. Cifre superiori anche a quelle delle elezioni del 2014
Soprannominato 'Robocop' perché si muove in modo rigido e un po' meccanico, Kais Saied, è un giurista ultraconservatore; candidato indipendente che non ha fatto quasi campagna elettorale.
Molto critico con il governo e i partiti politici, entrato nella corsa in maniera discreta, è stato infatti protagonista di una campagna elettorale atipica, porta a porta, senza neppure comparire su alcun manifesto elettorale e pressoché senza alcun intervento televisivo, eccezion fatta per il confronto di venerdi scorso e poche interviste.
Said è un nazionalista convinto e vuole ripristinare la pena di morte, oggetto di una moratoria dopo il trionfo della rivoluzione; considera l'omosessualità un costume alieno dalla società tunisina, introdotta dall'estero per destabilizzarla ed è anche dubbioso sull'uguaglianza di genere, che vuole equiparare i diritti tra uomini e donne in contrapposizione a Sharia.
Protezionista in economia, ritiene che la principali riforme di cui il Paese ha bisogno è la decentralizzazione, una riforma che non potrà attuare perché non di competenza della presidenza e ha appena messo a punto altre proposte per rilanciare un'economia che soffre degli stessi problemi dei tempi di dittatura: corruzione e disoccupazione elevata che perpetuano la disuguaglianza, limitano le possibilità di sviluppo personale e spingono i flussi migratori.
Saied dovrebbe anche aver ottenuto l'appoggio di vari suoi rivali al primo turno, tra i quali il candidato di Ennahda, il partito religioso conservatore di tendenza islamista che vinse le municipali del 2018 e ha 'bissato' con le legislative di domenica scorsa.
Da ultimo, si è schierato con lui anche il primo ministro, Youssef Chahed: domenica scorsa ha detto che voterà contro la corruzione, una velata allusione a Karoui, messo in libertà lo scorso mercoledì dopo un mese e mezzo in prigione preventiva, perché accusato di evasione fiscale e riciclaggio di denaro.
Saied si è detto a favore della funzione pubblica, ripulita pero' dalla corruzione e contro le privatizzazioni, dichiarando che la sua riforma "non sarà "né socialista, né capitalista".
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